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Sento chiamare...non penso alla voce della coscienza, quella non fa altro che lamentarsi. E' di un richiamo più malinconico che sto parlando, e decisamente più rumoroso.
E' come ci fosse un chiasso spaventoso, di gente strepitante, folle impazzite di mercanti, risacca di tuoni e ancora trombettisti, overdrives, guerre marine e schianti d'aerei... mattatoi parlanti che ogni secondo mi raccontano di qualcosa che non sia qui e ora. Oppure, come se ogni mattina ci fosse un enorme display lampeggiante sul mio letto, che riporta il conto alla rovescia delle cose che mi legano a questo posticino comodo, sempre meno, meno...E poi, come sempre, viene il silenzio, spadroneggia e mette d'accordo tutto: voci, numeri, sentimenti.
Meglio non pensarci, mi dico...
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