venerdì 18 dicembre 2009

Meeting

Stamattina ho presentato i risultati del lavoro sul Karabakh nel corso di una tavola rotonda alla sede dell'ACNIS a Yerevan.
Potrete trovare qualche dettaglio nei seguenti link:
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Сейчас я готов уехать.
С ностальгией за дом мой, которая скоро станет стойким желанием быть здесь.
Это место подождёт мне...

mercoledì 16 dicembre 2009

Saghmosavanq

Gitarella fuori porta: in uno di quei posti che di solito non visiti, espulsi inplausibilmente dai luoghi preselezionati poichè non evocativo della storia, della cultura, delle tradizioni. Non turistici insomma.
Ci son capitato anch'io per caso, infatti, solo perchè un amico qui possiede un pezzo di terra, e ci teneva a mostrarmela. Una campagna qualunque dell'armenia, delimitata da uno strapiombo; una chiesa innerita e diroccata di non si sa bene quanti anni poco distante, bestie che pascolano, qualche sentiero battuto seguito parallelamente da un canaletto per l'irrigazione semicongelato;terrapieni di zolle polverosi e fredde. Si sta cominciando a coltivarla questa terra quasi vergine, dice. Ma ora è inverno, e d'invero l'Armenia è silenziosa, immobile, morta. Sono riuscito a distinguere dei pomodori e dei noci. Ma anche dove la terra è spoglia, sono i segni dell'aratro e della recente lavorazione che mi inducono a capire che qui c'è vita. I ricchi l'hanno addocchiata, aggiunge: dall'altra parte della strada, infatti, cominciano a ergersi le loro sfarzose residenze stagionali.

Ma per il momento, sono ancora il candido isolamento e l'abbandono bucolico le sensazioni che mi procura.

domenica 13 dicembre 2009

-7

Il 21 atterro a Roma. Torno a casa.
In questa mia Italiuzza scombussolata e tanto agognata da chi non ci vive...ad una settimana dal mio ritono comincio a rivederne integralmente la sagoma all'orizzonte, carnosa e meticcia, attraveso i mezzi informatici di cui dispongo.
Emergono scenari usuali, ripetitivi...contestazioni ed insulti, proiettili giuridici fatti passare per innoque leggiucole, paladini della legalita intirizziti e insonstanziali: e poi cult sempreverdi: volti grondanti sangue, aggressioni, miracolati.
E LUI che alla fine vince, in un modo o nell'altro, aspettando il momento giusto per assumere le sembianze della vittima sacrificale, capro espiatorio sorridente e redento. Il solito, insomma. Ho proprio vogli di tornare....
Comunque, in Italia siamo forse giunti alla sclerosi civile? Se cosi fosse non è di certo da ieri. Personalmente non lo credo, ma me lo auguro vivamente. Sarebbe insolito, che dico, rivoluzionario, esser affetti da tale patologia di massa: un nobile malessere per un paese mai svezzato, attendista e paraculo come il nostro. In ogni caso, dovesse mai esplodere una sindrome del genere, credo finirebbe all'Italiana: in un lampo di mutismo dis-allarmante, tranquillizzante, castrante.
Sto per tornarci in mezzo a quel famialiare caos di sensi mediatici ottenebranti e demotivanti che è l'Italietta scalza e impiastricciata... "Teatro dell'azzenza", così V. Capossela apostrofa Milano. Il mio paese è cromosomicamente dirottato verso una celere metamorfosi che lo induca ad esser Una Grossa Milano 2?
Non lo so. Se così fosse, ciò allegerirebbe di gran lunga la vita affaccendata di molti dei nostri rappresentanti parlamentari, e son certo che in un paio di decadi diverrebbe proprio ciò che la maggioranza dell'elettorato voleva. Sogno realizzato da un governo incline all'autocontaminazione.

Il sistema politico italiota post-darwinista: in cui il più furbo determina l'ambiente atto alla propria sopravvivenza sociale.
Urrà...

martedì 8 dicembre 2009

18 DICEMBRE 2008 - Final Meeting




Confermata la conferenza definitiva di presentazione e discussione del progetto di ricerca socio-antropologica nel Nagorno-Karabakh, condotto dal sottoscritto fra il settembre e l'ottobre di quest'anno, intitolato:

Some Proofs for a Karabakh Armenians Understanding

Avrò l'onore ed il piacere di beneficiare della partecipazione attiva di Mr. Richard Giragosian - Direttore dell' Armenian Center for National & International Studies - il quale introdurrà l'evento con una panoramica complessiva sugli aspetti geopolitici e strategici concernenti la regione del Karabakh, e della Dott.sa Ilenia Santin - Prof.ssa di Lingua Italiana presso la Yerevan Brusov University, e con una carriera diplomatica alle spalle - nel ruolo di traduttrice-agevolatrice del sottoscritto.
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Moderatore: Dott. Bruno Scapini - Ambasciatore d'Italia in Armenia
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Prevista partecipazione da parte di: staff ACNIS; staff Ambasciata Italiana; Laureandi presso la Brusov University; alcuni Docenti tra quelli del Dipartimento di Antropologia dell'Accademia delle Scienze di Yerevan oltre che della Yerevan State University; rappresentanze ONU & OSCE.
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A breve dettagliati ragguagli!

giovedì 3 dicembre 2009

Geghard

Un foro di panismo religioso, un sodalizio armonioso che accoppia materialmente ambiente e struttura architettonica, luogo di culto isolato ed attorniato da guglie rocciose, in cui l'antico cristianesimo armeno si fonde con la roccia, con il paesaggio, facendo dell'uomo e del suo Dio un tutt'uno con la natura.
Ignoro quali circostanze artistiche e/o strumentali indussero i monaci ha costruire nel XIII secolo una parte del monastero di Geghard direttamente dentro la montagna. Si sa per certo che il complesso cenobitico, con le celle monastiche ricavate scavando cunicoli nella roccia, risale al IV secolo. La chiesa, parte più giovane di tutta la struttura, riassume esemplarmente l'operato classico dell'architettura armena medievale. Ad essa si accede dal lato sinistro, dove la sua pianta muraria si conficca nella montagna, trovandovi forse un appoggio strutturale, e di li si entra nelle sue segrete, stanze fredde e buie, dove a segnare la strada ci son solo le centinaia di candele giallastre accese di fedeli.
Si narra che l'antico complesso fu fondato personalmente da San Gregorio l'Illuminatore, nel luogo in cui sgorgava una sorgente sacra: questa fonte è ancora viva, e ha scavato un sottile canale naturale che trapassa da angolo ad angolo la cripta principale. Oggi non manca chi vi lancia una moneta, chi si immerge parzialmente nella pozza principale, chi ne approfitta per portarne a casa un campione. Il sacro e il pop-folk si compenetrano in ogni luogo del mondo.
Il monastero divenne inoltre celeberrimo in quanto custodiva la presunta "punta" della lancia che trafisse il costato di Cristo, portata sino in Caucaso dall'apostolo Taddeo, oggi custodita al Katolikhos di Echmiadzin. Il nome di questo complesso monastico difatti significa in armeno "Monastero della Lancia".
Le cripte, piuttosto numerose, si allacciano le une alle altre attraverso cunicoli e gallerie che - per intenderci - non permettono ad una macchina fotografica piuttosto scarsa come la mia, di fare memoria.
Le pareti interne di viva roccia, sono lavorate e incise con tutta la simbolgia di rito, con quei motivi che spesso ho ritrovato presso le strutture cerimoniali incontrate lungo il mio cammino, sia in Armenia che nel Karabakh. I solchi che tracciano acquisiscono un riflesso gessato al flesh delle macchine, frutto del calcare che si è via via annidato e sedimentato, risultato della forte umidità.