domenica 13 dicembre 2009

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Il 21 atterro a Roma. Torno a casa.
In questa mia Italiuzza scombussolata e tanto agognata da chi non ci vive...ad una settimana dal mio ritono comincio a rivederne integralmente la sagoma all'orizzonte, carnosa e meticcia, attraveso i mezzi informatici di cui dispongo.
Emergono scenari usuali, ripetitivi...contestazioni ed insulti, proiettili giuridici fatti passare per innoque leggiucole, paladini della legalita intirizziti e insonstanziali: e poi cult sempreverdi: volti grondanti sangue, aggressioni, miracolati.
E LUI che alla fine vince, in un modo o nell'altro, aspettando il momento giusto per assumere le sembianze della vittima sacrificale, capro espiatorio sorridente e redento. Il solito, insomma. Ho proprio vogli di tornare....
Comunque, in Italia siamo forse giunti alla sclerosi civile? Se cosi fosse non è di certo da ieri. Personalmente non lo credo, ma me lo auguro vivamente. Sarebbe insolito, che dico, rivoluzionario, esser affetti da tale patologia di massa: un nobile malessere per un paese mai svezzato, attendista e paraculo come il nostro. In ogni caso, dovesse mai esplodere una sindrome del genere, credo finirebbe all'Italiana: in un lampo di mutismo dis-allarmante, tranquillizzante, castrante.
Sto per tornarci in mezzo a quel famialiare caos di sensi mediatici ottenebranti e demotivanti che è l'Italietta scalza e impiastricciata... "Teatro dell'azzenza", così V. Capossela apostrofa Milano. Il mio paese è cromosomicamente dirottato verso una celere metamorfosi che lo induca ad esser Una Grossa Milano 2?
Non lo so. Se così fosse, ciò allegerirebbe di gran lunga la vita affaccendata di molti dei nostri rappresentanti parlamentari, e son certo che in un paio di decadi diverrebbe proprio ciò che la maggioranza dell'elettorato voleva. Sogno realizzato da un governo incline all'autocontaminazione.

Il sistema politico italiota post-darwinista: in cui il più furbo determina l'ambiente atto alla propria sopravvivenza sociale.
Urrà...

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