domenica 22 novembre 2009

working

Prigioniero delle mie idee... Ad esser onesto, più perseguitanto dal sudaticcio bisogno di sembrare a me stesso di averne, cosicché non mi apparia sterile inerzia la mia vita.
Non voglio divenire così vigliacco da smettere del tutto di pensare. Eppure a volte guardarsi le punta delle dita senza nulla aggiungere è così rilassante. Non vorrei neppure pensare così a lungo e così intensamente da dimenticare di condividere questo pianeta con dei miei simili, che esso è abitato da altri pensieri e percorso da altre traiettorie interpretative.
Noia esangue al momento; me ne sto qua vestito di assillante cecità intuitiva, sfibrato dalla voglia di prendermi un pò in giro, di chiudere di colpo i libri e scappare verso la periferia.
Come sempre, mi verrebbe da dire.
"Com'è il tuo cuore, così è il tuo Dio". Mi pare che Feuerbach dicesse qualcosa del genere...A lungo andare temo d'esser divenuto un fanatico del mio cuore. Credo di aver perduto o snellito qualche potenziale o fattuale relazione sentimental-amicale per questo motivo...
Dovrei perder nuovamente il mio Dio per trapassare la seconda imene dell'auto-inculturazione, scrollarmi di dosso ciò che ho creduto di imparare tutto da solo e penetrare al di là di me stesso, un confine così inviolabile sino ad oggi. Se significhi abbandonarsi nell'assenza generalizzata e nuotare nell'ubriachezza sempiterna, oppure ricominciare dall'inizio e per sempre, come in un secondo parto, solo un pò più consapevole, questo lo ignoro...

Intanto sfumacchio una sigaretta dal terrazzo del secondo piano di una lussuosa residenza del quartiere dove un tempo risiedevano i membri del soviet e le personalità influenti della nomenklatura.
Yerevan si fa tersa e sfuocata quando viene la notte. Le luci non sono sufficienti a donarle un chiaro-scuro che ne accentui le profondità e le distanze. Qualche passeggero black-out ogni tanto la mette a tacere definitivamente. Il lavorio edile la fa assomigliare ad un cantiere permanente. Una metropoli buia e rumorosa.

Dall'oscurità fan capolino mille finestrelle, mille celle di isolamento.

1 commento:

  1. ave Guido non firmo il commento per vedere se indovini chi sono, comunque ho cercato ripetuttamente di mandarti delle mail che puntualmente mi rimbalzano inidetro, cosi pare che l'unico cancale comunicativo possibile sia il tuo blog. ho saputo da voci di corridoio che prolungherai la permanenza in armenia oltre natale, ci sono nuovi sviluppi interessanti che ti tengono li? oppure non sei ancora soddisfatto del materiale raccolto? se sto week end ci sei possiamo fare l'ennesimo tentativo per beccarci tutti su skipe, mandami una mail di risposta così verifico che l'armenia non abbia i filtri su internet come la Cina, con ste cazzo di mail che non ti arrivano bisogna pensarle tutte.

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