venerdì 23 ottobre 2009

Tigranakert (da lontano)

Una marcia lenta quella che ci ha portato a Tigranakert. Avvicinarci a ciò che resta dell'antica fortezza fondata nel I secolo A.C. è stato purtroppo smorzato nelle aspettative da alcuni inconvenienti che hanno disatteso la breve permanenza presso il luogo che la ospita. In antichità questa era una delle tante capitali omonime dell'Armenia Imperiale di Tigran III il Grande, di certo la più famosa, oltre che la più orientale di quell'Armenia che si estendeva dal Caspio al Mar Nero, e giù sino in Anatolia e alla Cilicia. Come detto venivamo da una deludente marcia in riepiegata da Aghdam, con l'autista impaurito e scosso. Talmente scombussolato dal tentativo di entrarvi, ad Aghdam, che alla fine non ci ha riservato affatto un trattamento discreto, non permettendoci neppure di avvicinarci alle rovine quel tanto che basta per poterle quanto meno distinguere dal tappeto terroso che le custodisce, potendo anzi ammirare solo da lontano la chiesa postuma costruitavi sopra. Con un tempo che purtroppo non favoriva alcun genere di panoramica della collina, ha pensato bene di alludere al pericolo proveniente dalle mine inesplose, laddove quotidianamente (solo dopo l'ho scoperto) archeologi di ogni sorta si avventurano alla ricerca di qualche nuovo rudere. Una volta saliti su per una straducola sassosa che costeggiava il sito archeologico, il risulato non proprio da belvedere è questo qua sopra. Il clima transilvano ha contribuito a suo modo a rendere spettrale al punto giusto sia la scampagnata che tutto il contesto, mentre la finissima e pizzicante pioggia ha abbreviato la nostra permanenza oramai proiettati verso una calda doccia...

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